Cantiere Pomposa
Pomposa in documentario
Di Cesare Bornazzini (Associazione Caput Gauri)
Fotografia e cinema sono arti troppo “giovani” per poter competere con architettura, pittura e musica, ma anch’esse rappresentano fonti di grande interesse.
Si presentano qui due documentari sull’abbazia di Pomposa:
il primo realizzato nel 1950, con la regia di Adolfo Baruffi e Florestano Vancini;
il secondo del 1996 per la regia di Cesare Bornazzini.
I due documentari, realizzati in tempi diversi, evidenziano non solo l’evoluzione del monumento, sottoposto al passare degli anni ma anche a restauri e cure, così come il cambiamento dell’intera area che circonda l’abbazia.
Nell’Italia ancora intenta a curarsi le ferite della guerra non c’è spazio per l’ottimismo; la cultura e lo studio sono un lusso che pochi possono permettersi e di turisti neanche l’ombra.
«…Oggi Pomposa, ai margini della valle, è decaduta dall’antico splendore, dimenticata dagli uomini... La vita dell’abbazia si è spenta con la ricchezza delle sue campagne… Nel paesaggio della pianura che si dissolve nella valle, è calato il silenzio su Pomposa».
Circa cinquant’anni dopo il Pomposa di Adolfo Baruffi e Florestano Vancini, le cose appaiono profondamente cambiate a Pomposa. L’abbazia, seppur orfana dei Benedettini, continua a far sentire alta e solenne la sua voce.
«In questi ultimi decenni, Pomposa, oggetto di cura e restauri, è tornata a presentarsi al mondo e lo fa con le imponenti testimonianze del suo passato… La vera anima di Pomposa era e resta la sua grandezza culturale, in particolare il contributo alla nascita dell'Umanesimo che costituisce il principio della civiltà moderna, il Rinascimento».